Il film che tramava tristi presagi: 2022 i sopravvissuti
Anno 2022: la Terra è devastata dall’inquinamento e dalla sovrappopolazione, le persone devono indossare le mascherine per proteggersi. La natura incontaminata non esiste praticamente più e il clima è ridotto a una perenne estate torrida. Il cibo scarseggia e la popolazione, 40 milioni nella sola New York, è costretta a nutrirsi di gallette nutritive chiamate Soylent. Un poliziotto indaga sulle origini del Soylent e scoprirà una verità agghiacciante…
La recensione più votata (darkglobe): Suggestivo film di fantascienza della MGM, diretto da Richard Fleischer e tratto dal romanzo di Harry Harrison Largo! Largo!, rappresenta una riuscita opera di pessimismo ambientale sul tema dell’inquinamento planetario e quello della drastica riduzione della risorse alimentari e dell’energia, causa di disuguaglianze sociali e sofferenze umane. L’ambientazione è in una asfissiante e pulviscolare New York del 2022, soffocata dal caldo e dal sovraffollamento, nella quale vige un ferreo coprifuoco notturno. Da un lato la maggior parte degli abitanti vive ammassata nelle macchine, per le scale dei palazzi e perfino per strada e ad essi viene razionato, oltre all’acqua, anche il prezioso Soylent verde, un misterioso alimento a base di plancton di origine vegetale, prodotto dall’omonimo colosso alimentare; dall’altra pochi facoltosi ed eletti personaggi vivono in case lussuose dotate di tutti i comfort e con tanto di donna in dotazione. Uno di essi, William Simonson (Joseph Cotten), la cui dotazione è la bella Shirl (Taylor Young), viene assassinato e sulla sua morte, su cui avviene uno strano tentativo di insabbiamento ad opera del governatore, indaga il poliziotto Thorn (Charlton Heston), coadiuvato dal suo fedele amico Sol (ultima magistrale apparizione cinematografica di Edward G. Robinson), un topo di biblioteca che rimpiange il mondo di un tempo e si commuove di fronte alla visione di una bistecca. I due fanno una sorprendente scoperta…
Il film, pur nella semplicità della messa in scena e nella latente ingenuità narrativa, presenta momenti di grande intensità emotiva, quando ricostruisce l’atmosfera cupa e rappresenta in maniera efficace e drammatica le sofferenze ed il degrado umano e morale di fronte alla catastrofica situazione alimentare ed ambientale. Di sicuro c’è un messaggio chiaro e per certi versi apocalittico che propone una prospettiva tutt’altro che irrealistica sul destino del nostro pianeta qualora si continuassero ad utilizzare in maniera indiscriminata le limitate risorse naturali ancora oggi a disposizione.