Guerra di Etiopia, dove furono sterminati gli africani, a centinaia, da parte delle truppe italiane nel ’36-’37. Oppure disastro colposo della diga del Vajont, nel 1963. E il terremoto in Irpinia, Friuli, l’inondazione di Firenze del ’66. Questi disastri dove la responsabilità umana è quasi sempre evidente, li paghiamo ancora quando facciamo il rifornimento di carburante per l’automobile.
È bene sapere che per ogni litro di carburante che si acquista, si paga solo una minima parte collegata al costo industriale, il resto del costo al litro è legato alle varie tasse che gravano sui combustibili.
Il prezzo attuale della benzina si compone di tre parti: il prezzo netto del combustibile, che include anche il guadagno dei gestori della pompa, le accise e l’Iva.
In sostanza, ogni volta che acquistiamo un singolo litro di carburante siamo obbligati a pagare una notevole quota di tasse, di origine diversa tra cui anche le famose accise, ovvero una quota dovuta allo stato come imposta sui consumi.

Le accise pesano per più di un terzo e sono composte in buona parte da imposte di scopo, introdotte dai vari governi per raggiungere specifici obiettivi.

Ecco cosa paghiamo ogni volta che acquistiamo un litro di benzina. L’elenco completo delle 17 accise sui carburanti, a cui va aggiunta l’Iva al 22%.

0,000981 euro: finanziamento per la guerra d’Etiopia (1935-1936)
0,00723 euro: finanziamento della crisi di Suez (1956)
0,00516 euro: ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963)
0,00516 euro: ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966)
0,00516 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968)
0,0511 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976)
0,0387 euro: ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980)
0,106 euro: finanziamento per la guerra del Libano (1983)
0,0114 euro: finanziamento per la missione in Bosnia (1996)
0,02 euro: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004)
0,005 euro: acquisto di autobus ecologici (2005)
0,0051 euro: terremoto dell’Aquila (2009)
da 0,0071 a 0,0055 euro: finanziamento alla cultura (2011)
0,04 euro: emergenza immigrati dopo la crisi libica (2011)
0,0089 euro: alluvione in Liguria e Toscana (2011)
0,082 euro (0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” (2011)
0,02 euro: terremoto in Emilia (2012)

Aci, Cnr e Enea, che hanno partecipato alla Conferenza del traffico e della circolazione, fanno sapere che si dovrà raggiungere l’obiettivo di ridurre a 49 milioni di tonnellate di CO2 equivalente le emissioni di gas serra derivanti dal settore automobilistico, mentre l’elettrificazione del parco circolante porterà progressivamente nei prossimi anni a ridurre drasticamente le automobili con motore termico. Questo si traduce in minori entrate per lo Stato (vedi accise di cui sopra) e siamo pronti a scommettere che ciò verrà compensato da una bella tassa sui consumi elettrici. È proprio il caso di dire: “chi vivrà, vedrà”.