Come viene definito dalla scienza: “un mostro dell’universo primordiale che pone fine al tempo, allo spazio e alle leggi della fisica”
Un team di astronomi ha individuato, all’interno del quasar più luminoso mai visto, un buco nero dalle dimensioni spaventose, ben 34 miliardi di volte il nostro Sole. E la sua sola esistenza sta mettendo in crisi ciò che si credeva di sapere sui buchi neri.
Un gigantesco buco nero, noto come J2157, grande 34 miliardi di volte la massa del Sole e circa 8.000 volte più grande del buco nero al centro della Via Lattea, assorbe tanta materia da ingoiare l’equivalente di un Sole ogni giorno. È stato scoperto all’interno del quasar più luminoso conosciuto e appartiene all’universo primordiale.
Il buco nero della Via Lattea, per raggiungere le stesse dimensioni, “dovrebbe ingoiare i due terzi di tutte le stelle nella nostra Galassia“, ha commentato.
“Lo stiamo vedendo in un momento in cui l’universo aveva solo 1,2 miliardi di anni, meno del 10 percento della sua età attuale“, ha detto Onken. “È il più grande buco nero che è stato pesato in quel primo periodo dell’Universo“.
Dimensione gigantesca e mistero
Come i buchi neri siano diventati così grandi così presto nella vita dell’Universo è ancora un mistero, ma il team è ora alla ricerca di altri buchi neri nella speranza che possano fornire alcuni indizi.
“Sapevamo di trovarci su un buco nero molto massiccio quando ci siamo resi conto del suo rapido tasso di crescita“, ha detto il Dr. Fuyan Bian, astronomo dell’Osservatorio europeo meridionale (ESO) e membro del team. “La quantità di materia che i buchi neri possono ingoiare dipende da quanta massa hanno già. Quindi, se questo divora la materia a un ritmo così alto, non poteva che essere enorme. Ora sappiamo che è davvero il più grande i tutti“.
Quello che sorprende è che fosse così grande già 12,5 miliardi di anni fa.
Misurato dal Very Large Telescope dell’ESO
Il team, inclusi i ricercatori dell’Università dell’Arizona, è ricorso al Very Large Telescope dell’ESO per misurare con precisione la massa del buco nero.
“Un buco nero così grande ci interessa moltissimo e potremmo anche imparare molte cose sulla galassia in cui sta crescendo“, ha detto Onken. “Questa galassia è uno dei colossi dell’Universo primordiale o il buco nero ha già inghiottito una quantità straordinaria di ciò che lo circonda? Dovremo continuare ad indagare per capirlo“.
Insomma, un oggetto dalle dimensioni impensabili, difficili anche solo da immaginare, che ci pone una serie di interrogativi le cui risposte, quando le troveremo, potrebbero cambiare il nostro modo di guardare l’universo.
Quando è nato precisamente? Ricordiamo che lo stiamo guardando per com’era quando l’universo aveva solo 1,2 miliardi di anni, per quanto ne sappiamo oggi, i primi buchi neri sono apparsi più o meno dopo 600 milioni di anni dal Big Bang e questo ci pone un’altra domanda importante.
Quanto era grande la stella da cui è nato? I buchi neri sono tanto più voraci quanta più massa hanno, se 12,7 miliardi di anni fa aveva già queste dimensioni spaventose, da che stella spaventosa è nato?
J2157 è certamente il più grande buco nero conosciuto, individuato ad una distanza tale che determina la sua esistenza in un periodo così precoce della storia del cosmo che dovrebbe essere impossibile per quell’età.
I buchi neri crescono assorbendo il materiale circostante, ma la loro massa pone un limite alla quantità di “cibo” che possono assorbire, perché, affinché possano ingurgitare gas e polveri, la loro gravità deve poter contrastare la pressione esterna prodotta dalla luce emessa dal loro pasto.
L’affamato buco nero J2157 si sta dunque nutrendo a una velocità del 40% superiore al limite massimo posto dalla sua massa: sta quindi o crescendo più velocemente di quanto un buco nero dovrebbe teoricamente poter fare, o è partito da una massa più grande rispetto a quanto previsto dagli attuali modelli di formazione. Come sia possibile trovare buchi neri così grandi in un periodo così vicino alla nascita dell’universo è solo uno dei tanti misteri rappresentati da questo mostro primordiale.