Decreto Ristori bis in arrivo per la ristorazione in fascia gialla e arancione e i negozi chiusi in fascia rossa: calendario DPCM, ordinanze e indennità
Si lavora già al Decreto Ristori bis per erogare risarcimenti alle attività commerciali e della ristorazione danneggiate dalle nuove restrizioni in vigore dal 6 novembre in gran parte d’Italia. Il provvedimento è atteso tra oggi e venerdì in Consiglio dei Ministri.
Nella fascia gialla a rischio moderato, per ristoranti e negozi cambia poco rispetto alle misure restrittive già in vigore dal 24 ottobre scorso: chiudono anche i centri commerciali nei week-end e si sposta al 3 dicembre la data per riaprire con i vecchi orari (ad esempio per bar o ristoranti). Ma nella fascia arancione (rischio Covid di medio livello) le regole saranno ben più restrittive: bar e i ristoranti chiudono del tutto. Nelle zone rosse, sono chiusi tutti i negozi (con poche eccezioni). Fino ad arrivare al lockdown in quella rossa, dove restano chiusi anche tutti i negozi (con poche eccezioni).
E’ il meccanismo chiave del nuovo Dpcm anti-Covid del Governo, che entra in vigore venerdì 6 novembre e resta valido fino al 3 dicembre. Vediamo una guida alle nuove regole per gli esercizi commerciali.
Fascia gialla – Sono le regioni in cui il rischio Covid è meno alto, e in cui di conseguenza si applicano restrizioni inferiori. Si tratta di Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Toscana, Molise, Marche, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Veneto, province di Trento e Bolzano.
Bar e ristoranti continuano a restare aperti dalle 5 alle 18, possono sedersi al massimo quattro persone per tavolo, resta consentita la consegna a domicilio, il take away può proseguire fino alle 22. Quest’ultima è una novità: il coprifuoco viene anticipato alle 22 in tutto il Paese, e di conseguenza è questo il nuovo orario da rispettare anche per chiudere le attività di consegna di cibo da asporto.
I negozi possono rimanere aperti senza limitazioni (a parte la chiusura alle 22). Devono rispettare una serie precisa di regole: obbligo mascherine, disponibilità disinfettanti per le mani, distanza di un metro, sosta in negozio per il tempo necessario all’acquisto, cartello in vetrina che riporta il numero massimo di persone ammesse. Ci sono poi misure più specifiche, alcune riservate a particolari categorie merceologiche, illustrate nell’allegato 11 al decreto.
Devono restare chiusi nei giorni festivi e prefestivi gli esercizi presenti nei centri commerciali che non vendono articoli essenziali (restano aperti alimentari, farmacie, tabaccherie, edicole).
Fascia arancione – Sono Puglia e Sicilia. Per gli esercizi commerciali valgono le stesse regole della fascia gialla mentre invece restano chiusi tutto il giorno ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie, pub. Resta consentita l’attività di asporto fino alle 22, oltre alla consegna a domicilio senza limiti di orario. Vietata la consumazione sul posto o nelle adiacenze. Restano aperti anche in queste zone gli esercizi sulle autostrade, negli ospedali e negli aeroporti.
Fascia rossa – In Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria restano chiusi tutti i negozi al dettaglio, con l’eccezione dei generi essenziali: alimentari, farmacie e parafarmacie, edicole, tabaccai. Chiusi anche i mercati (tranne i banchi alimentari). La ristorazione può continuare a fare il take away fino alle 22 e il delivery tutto il giorno.
Regole generali – Tutte le altre attività economiche (studi professionali, imprese) restano aperte in tutte e tre le zone di rischio, nel rispetto dei protocolli sulla sicurezza e di regole generali che, ad esempio, raccomandano fortemente lo smart working in tutti i casi in cui le mansioni lavorative lo consentono.
Attenzione: le restrizioni delle zone arancione e rossa scattano in presenza di specifica ordinanza del ministero della Sanità, che si basa sul monitoraggio dei dati. Durano al massimo 15 giorni (poi vanno prorogate, o decadono).
Le regole previste per le zone gialle, che in pratica sono valide su tutto il territorio nazionale, restano in vigore fino al 3 dicembre. Si tratta di un’ulteriore penalizzazione rispetto al decreto dello scorso 24 ottobre, che aveva introdotto la chiusura anticipata alle 18 per bar e ristoranti, disponendola fino al 24 novembre. Ora, la chiusura resta alle 18 fino al 3 dicembre.
Per queste attività, è in arrivo una nuova tornata di contributi a fondo perduto alla stregua di quelli erogati con il Decreto Ristori. Il meccanismo è il medesimo, per cui i versamenti sugli IBAN degli interessati dovrebbero arrivare in tempi rapidi: se gli indennizzi del DL Ristori sono attesi per metà novembre, per la nuova tranche di aiuti diretti si dovrebbe parlare di fine mese o inizio dicembre.