Ospedale San Raffaele, Milano: esami e terapie dopo la febbre alzatasi giovedì, sabato giornata tranquilla ma il quadro clinico resta gravissimo
Alex Zanardi, il campione “ha passato una notte tranquilla”, sono le sole parole trapelate dalla terapia intensiva neurochirurgica del San Raffaele diretta dal professor Luigi Beretta. Tranquilla. Vuol dire che i monitor sono stati sentinelle di una situazione che non è precipitata, vuol dire che non sono arrivati segnali di allarme, cioè di peggioramento. Ma le sue condizioni restano gravissime e lui c’è, appunto, ma è perduto in una notte tutta sua, ben più lunga e buia di quella fuori dalla stanza.
Sabato sera un altro breve bollettino, chiamiamolo così, per annunciare che «il pomeriggio è trascorso serenamente». Tutto questo anche se i neurorianimatori e l’infettivologo hanno tracciato un quadro clinico generale preoccupante dal punto di vista neurologico. Malgrado il fisico da atleta lo stia aiutando, il campione paralimpico rimane in pericolo di vita, assistito da macchinari e da farmaci e per ora in uno stato di non-percezione del mondo.
Ma il mondo — che adesso ha i volti di sua moglie Daniela e di suo figlio Niccolò — non ha mai lasciato il suo capezzale. Daniela e Niccolò sono come soldati schierati di guardia davanti alla porta della vita di quest’uomo. Si fanno forza l’uno con l’altra, con dolcezza, tengono accesa la speranza che da un momento all’altro lui torni e con la potenza delle sole braccia compia un’altra impresa delle sue. Da supereroe, come sempre. Anche se a chi lo ha definito così lui ha sempre detto «mi sembra una chiara esagerazione, però sarebbe peggio se scrivessero “sfigato senza gambe”».
Il Campione ora sta correndo la sua gara più dura dal 19 di giugno. Quel giorno la sua handbike è finita dritta contro un camion, in velocità e in discesa, lungo una stradina stretta. La corsa all’ospedale di Siena, il coma farmacologico per un mese, tre operazioni chirurgiche e, martedì scorso, la decisione di spostarlo a Villa Beretta, un Centro riabilitativo di eccellenza in provincia di Lecco.
La parola «riabilitazione» ha ingannato tutti perché tutti — intesi come le migliaia e migliaia di persone che sono rimaste ad aspettare sue notizie con il fiato sospeso — hanno creduto che il peggio fosse passato, che ancora una volta quello fosse un ricominciare e non un arrendersi. Con lui è così di default. Ma stavolta la strada è più in salita di sempre. Più difficile e lunga. Per ricominciare ci sarà bisogno di tutta l’energia possibile, quella che Alex Zanardi ha sempre saputo scovare anche nella sofferenza più nera.
Dal San Raffaele parlano di «accertamenti diagnostici» e «piano terapeutico per stabilizzare» il paziente. Renderlo stabile — dopo l’«intercorsa instabilità delle condizioni cliniche» fra giovedì e venerdì — è l’impegno del momento e non c’è nessuno, in questa partita, che non ce la metta tutta. A partire dai medici.
Ti siamo vicini, campione!