Bloomberg: Apple sta già provando le nuove versioni di processore M destinate ai sistemi di fascia alta. Per i MacBook Pro da 16″ e gli iMac pronto un 16 core, per i Mac Pro si arriverà a 32 core.
Un MacBook Air con processore M1 è oggi il miglior notebook che si possa comprare a poco più di 1000 euro. Qualità vuol dire non solo velocità, ma anche costruzione, autonomia, silenziosità e gestione termica. Non esiste al momento un notebook capace di esprimere le stesse identiche prestazioni restando però assolutamente freddo, totalmente silenzioso e con una batteria che assicura più di 10 ore vere di utilizzo.
A fare la differenza è ovviamente il processore M1 che Apple ha disegnato, progettato e fatto debuttare su quella che è la gamma “entry level” di personal computer. Ci sono il MacBook Air, il super portatile per eccellenza, il MacBook Pro da 13”, pensato per una utenza evoluta che però non ha bisogno di una più potente GPU esterna e il Mac Mini, il desktop piccolo e miniaturizzato pensato per chi non vuole comprare un iMac e vuole sfruttare un monitor che ha già.
Chi lo scorso anno ha speso migliaia di euro per acquistare il bellissimo Mac Pro con processori Xeon, da sfruttare come workstation da lavoro con Xcode, ha visto in queste settimane i record di compilazione fatti registrare nell’ultimo anno dai Mac Pro sorpassati dal Mac Mini con M1. Un computer “da casa”, che costa 30 volte meno di alcune configurazioni avanzate.
Il “problema”, se vogliamo così chiamarlo, è che l’M1 rappresenta per Apple il primo modello di una gamma che, come conferma Bloomberg, prevede diversi modelli già a partire dal prossimo anno. L’M1 usato sul MacBook Air, lo ricordiamo, ha “solo” 4 core ad alte prestazioni da 4 watt l’uno e 8 core grafici: l’intero processore a pieno regime non arriva a consumare 20 watt totali.
Secondo Bloomberg Apple non avrebbe alcuna intenzione di utilizzare questo modello sui MacBook Pro e sugli iMac, e neppure sui Mac Pro: la gamma di system on chip che l’azienda starebbe provando a Cupertino prevede infatti modelli con CPU che arrivano a 32 core e GPU con 128 core.
Per la precisione la versione destinata ai MacBook Pro di fascia alta, quelli con GPU esterna, avrebbe un processore dotato sempre di 4 core ad alta efficienza accompagnati però da 16 core ad alte prestazioni, e secondo la testata americana la GPU di questa versione di fascia alta dovrebbe avere dai 16 ai 32 core a seconda del sistema su cui sarà montata.
L’obiettivo di Apple è arrivare ad avere soluzioni scalabili a seconda delle esigenze: stessa identica base ma core della CPU e della GPU che possono crescere a seconda delle esigenze. Nella versione destinata ai Mac Pro, che dovrebbe essere annunciata entro la fine del 2021 o all’inizio del 2022, sono previsti 32 core per la CPU e 128 core grafici per la GPU.
Per arrivare ad una configurazione simile si dovrebbe ricorrere ad una soluzione costruttiva analoga a quella adottata da AMD con il Threadripper 5990X, per il quale sono stati uniti sul chip più “die”, ma non dovrebbe essere un problema per Apple. Solitamente le difficoltà nel far “crescere” un processore sono dovute più che altro alla scalabilità termica, ma il processore M1 da noi provato sembrava addirittura “depotenziato” dal modo in cui gestiva senza problemi i vari task senza scaldarsi affatto.
Se guardiamo alle prestazioni fatte registrare dal “piccolo” M1, e pensiamo che potrebbero arrivare tra pochi mesi notebook con un processore almeno tre volte più veloce, ci troviamo davanti ad un qualcosa che rischia davvero di stravolgere gli equilibri sul mercato.
Oggi ci sono tre aziende che possono competere con Apple su questo fronte: Intel, AMD e Qualcomm. Quest’ultima, che produce processori per smartphone e piattaforme per PC connessi, si è detta soddisfatta del lavoro fatto da Apple, perché ovviamente vede davanti a lei è futuro fatto da portatili “ARM”. Senza uno sforzo enorme di Microsoft è difficile però che questo possa avverarsi, e ad oggi Microsoft non sembra avere intenzioni di prendere decisioni “forti”.
Intel ha appena annunciato la sua undicesima generazione di processori per notebook e si prepara a lanciare quella per notebook di fascia alta e desktop, ma da quanto si è visto nei primi test di Tiger Lake non ci troviamo davanti ad una piattaforma capace di competere con M1 sotto il profilo delle prestazioni.
AMD, più snella di Intel, potrebbe portare sul mercato un qualcosa di nuovo, e oggi i suoi processori multicore sono gli unici che in alcuni ambiti riescono a tenere testa a M1 nella stessa fascia di prezzo. La stessa AMD sembra aver rispolverato un vecchio progetto siglato “K12 FFX” creato nel 2016 da Jim Keller, che prevedeva una CPU ARM V8 unita ad una GPU Radeon, e questo nuovo chip potrebbe essere annunciato al CES. Il problema di AMD, lo sappiamo bene, non è la qualità del prodotto ma la sua disponibilità: non riesce a far fronte alle richieste di un mercato che sarebbe ben pronto a darle qualche punto in più di quota su Intel.
Oggi Apple ha una quota nel mercato PC vicino al 7%: poco, pochissimo anche perché il grosso del mercato viene fatto ancora dai notebook con a bordo Windows, forti di un prezzo più abbordabile e di una maggiore varietà nell’offerta.
La storia insegna tuttavia che basta poco per spezzare alcuni equilibri anche consolidati: il mercato dei tablet nel 2012 vedeva Apple occupare con l’iPad una quota decisamente piccola, il prezzo di 500 euro richiesto era ben più alto dei 250 euro chiesti per i vari modelli di tablet Android che si potevano trovare sugli scaffali. Oggi, con l’iPad da 10” a 389 euro (299 euro durante le varie promozioni), l’iPad è uno dei tablet più venduti in assoluto.
Un MacBook Air con processore M1 costa oggi più di 1000 euro, ma con la stessa logica degli iPad e degli iPhone Apple potrebbe decidere nei prossimi anni di affiancare ai nuovi modelli presentati anche modelli con processore più vecchio abbassando il prezzo di ingresso. Se arrivasse sul mercato un MacBook da 699 euro quel 7% di quota di mercato potrebbe crescere e arriva anche ad un 15% o ad un 20%.
Qualcuno deve muoversi, e anche velocemente: M1 è già veloce oggi, ma con 16 o 32 core nella CPU e una GPU da 128 core potrebbe scappare e diventare imprendibile. Ne vedremo delle belle.