A parlare del piano cashback lanciato 10 giorni è anche la BCE che esprime i suoi dubbi sul programma e tira le orecchie all’Italia.
In questi giorni si parla tanto del piano cashback che ha avuto inizio lo scorso 8 dicembre nella forma sperimentale che durerà fino al 31 dicembre 2020. Dall’1 gennaio 2021 prenderà il via il cashback ordinario che si concluderà il 31 dicembre 2021.
Il programma di rimborso promosso dal Governo, che riconosce il 10% per ciascuna transazione nei negozi fisici con carta di credito, bancomat e App.
Bonus cashback: la BCE invia una lettera all’Italia
Il cashback ha richiamato persino l’attenzione della BCE che, secondo quanto anticipato da Milano Finanza nel pomeriggio, sarebbe in procinto di inviare una lettera al Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e per conoscenza anche alla Banca d’Italia e al Commissario UE, Paolo Gentiloni.
La missiva reca la firma di Yves Mersch, membro del Board guidato da Christine Lagarde, e lancia un monito al Governo Conte, ricordando che la tutela monetaria per trattati è di unica competenza della BCE.
Bonus cashback: BCE invita a fare alcune verifiche. Ecco quali
Dopo aver ricapitolato le caratteristiche e il funzionamento del piano cashback, l’Eurotower ripercorre posizioni già assunte in passato, ricordando che il reglamento n. 974/98 del Consiglio dell’Unione europea stabilisce che “le eventuali limitazioni di pagamento in banconote o monete metalliche, decise dagli Stati membri per motivi d’interesse pubblico, non sono incompatibili con il corso legale delle banconote e delle monete metalliche in euro, a condizione che esistano altri mezzi legali di estinzione dei debiti pecuniari”.
La BCE invita le autorità italiane a verificare con attenzione la disponibilità in tutti gli strati della società, di altri mezzi legali di estinzione dei debiti pecuniari diversi dai pagamenti in contanti, a costi comparabili a questi ultimi.
Nella lettera che arriverà al Ministro Gualtieri, si legge altresì: “la BCE riconosce che incentivare le transazioni per mezzo di strumenti di pagamento elettronici per l’acquisto di beni e servizi allo scopo di combattere l’evasione fiscale può, in linea generale, costituire un «interesse pubblico» che giustifichi la disincentivazione e la conseguente limitazione dell’uso dei pagamenti in contanti”.
Bonus cash: Governo dimostri efficacia della misura contro evasione fiscale
La BCE però invita il Governo italiano a dimostrare l’efficacia di queste misure, per verificare che le stesse siano effettivamente efficaci per conseguire le finalità pubbliche che si intendono raggiungere.
In altre parole, dovrebbe esserci una prova tangibile del fatto che il cashback permetta effettivamente di conseguire l’obiettivo della lotta all’evasione fiscale.
Nella lettera viene inoltre indicato che “Le limitazioni dirette o indirette ai pagamenti in contanti dovrebbero altresì essere proporzionate agli obiettivi perseguiti e dovrebbero limitarsi a quanto necessario per conseguire tali obiettivi, specialmente alla luce del fatto che le misure di cui al decreto del MEF potrebbero spingere i soggetti aderenti a competere per il più alto numero di transazioni effettuate, che, in definitiva, favorirebbe gli aderenti che effettuano un alto numero di transazioni per importi limitati (ossia importi che altrimenti potrebbero essere pagati in moneta)”.
Bonus cashback: BCE dubbiosa, ma nessuno stop al programma
La BCE ricorda che bisogna tenere presente che la possibilità di pagare in contanti si conferma importante per alcuni gruppi sociali.
Da Francoforte quindi non arriva uno stop al programma di cashback promosso dal Governo, ma un invito molto chiaro a verificare e dimostrare gli effetti vantaggi dello stesso.
Molto chiara e netta intanto la posizione della BCE, secondo cui “l’introduzione di un programma cashback per strumenti di pagamento elettronici sia sproporzionata alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti e in quanto compromette l’obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili”.
BCE: l’Italia avvisi la prossima volta
Infine, la missiva si chiude con una tirata d’orecchi per il Governo italiano. ricordando che “Le autorità nazionali sono tenute a consultare la BCE su progetti di disposizioni legislative che rientrino nelle sue competenze, comprese, in particolare, quelle relative a mezzi di pagamento.
La Bce apprezzerebbe che le autorità italiane tenessero in debita considerazione i rilievi che precedono adempiendo in futuro al proprio obbligo di consultare la BCE”.
Nessun timore per ora per il piano cashback che non è in pericolo per via della lettera della BCE, visto che la stessa contiene delle bacchettate e degli inviti ad agire in una determinata maniera, senza imporre però alcuno stop al momento.