La cassa integrazione sarà oggetto di controlli a raffica da parte dell’Inps che ha richiesto all’Ispettorato del lavoro accertamenti urgenti. Chi deve temere?
Nell’ambito della crisi innescata dal coronavirus, la cassa integrazione è senza dubbio uno dei pilastri principali degli aiuti elargiti dallo Stato.
Cassa integrazione a milioni di lavoratori. Oltre 2.500 le truffe
Il ricorso a questo ammortizzatore sociale è avvenuto da parte di migliaia di aziende e ha riguardato milioni di lavoratori, i quali stanno ricevendo così un sostegno vitale, malgrado le lungaggini nei tempi di pagamento.
Tra le cattive notizie riguardanti la cassa integrazione c’è quella di un utilizzo fraudolento della stessa.
Già la scorsa settimana la Ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha fatto sapere che erano circa 2.500 le truffe sul fronte delle domande inviate all’Inps da parte delle aziende per accedere all’ammortizzatore sociale.
La Ministra ha parlato così di richieste irregolari, facendo riferimento ad alcune tipologie come lavoro fittizio e aziende inesistenti, mentre altre domande sono pervenute con comunicazioni di assunzioni retroattive al 17 marzo 2020, giorno in cui è entrato in vigore il decreto Cura Italia.
Cassa integrazione: in Campania il primato della truffa. Napoli in pole
Sulle oltre 2.500 aziende che hanno provato a frodare l’Inps con un’indebita richiesta di accesso alla cassa integrazione, poco più di 500 sono campane e il triste primato toccato al capoluogo di regione, Napoli, con quasi 350 tentativi di frode.
Sulla scia delle segnalazioni già fatte dall’Inps e al fine di stanare tutti i furbetti che in maniera fraudolenta hanno richiesto la cassa integrazione, già la scorsa settimana la Ministra del Lavoro, Catalfo, ha anticipato che si sarebbe attivata per le verifiche, insieme all’ispettorato del lavoro e al nucleo dei Carabinieri collegati.
Cassa integrazione: l’Inps avvia i controlli
Partono così i controlli per appurare la legittima fruizione della cassa integrazione e degli assegni ordinari previsti dal decreto Cura Italia prima e poi dal decreto Rilancio.
A seguito della commissione centrale di programmazione della vigilanza del 10 giugno 2020, l’Ispettorato nazionale del lavoro ha pubblicato la circolare n. 532/2000 del 12 giugno, nella quale ha evidenziato in primis la necessità di attivare diffusi controlli sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche destinate agli ammortizzatori sociali con causale COVID 19, finalizzati anche a contrastare eventuali fenomeni elusivi o fraudolenti.
L’Ispettorato nazionale del lavoro segnala che l’INPS ha rappresentato la necessità di avviare alcuni accertamenti urgenti che, come di consueto, saranno attivati previa comunicazione all’Ispettorato e successivamente rendicontati in Commissione Regionale.
Per gli accertamenti non urgenti in materia le commissioni regionali assicureranno il necessario coordinamento delle azioni di vigilanza.
Cassa integrazione: chi sarà oggetto di controlli?
Queste ultime riguarderanno in particolare le aziende che hanno fatto richiesta di trattamenti di cassa integrazione ordinaria, Fondo di integrazione salariale e cassa integrazione in deroga.
Sotto la lente anche le domande di indennità di sostegno al reddito presentate da lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, da lavoratori agricoli, da lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’assicurazione generale obbligatoria (artigiani, commercianti, IAP, coltivatori diretti, coloni e mezzadri.
Le liste delle aziende in questione saranno fornite dall’INPS e in fase di programmazione particolare attenzione andrà posta, oltre che alle richieste d’intervento e alle segnalazioni pervenute in merito, anche nei riguardi di aziende per le quali più di altre si ritiene necessaria una verifica.
Cassa integrazione: Ispettorato, su chi sarà focalizzata la vigilanza
Nella nota del 12 giugno l’Ispettorato segnala in particolare le aziende operanti nei settori che non hanno subito interruzioni delle attività.
A queste si aggiungono le aziende operanti in deroga alle misure restrittive previste dalla normativa emanata in relazione all’emergenza epidemiologica.
Da non trascurare poi quelle aziende che hanno presentato domande di iscrizione, ripresa dell’attività, modifiche dell’inquadramento con effetto retroattivo in periodi immediatamente precedenti le richieste di trattamento delle varie forme di cassa integrazione.
Nella black list dell’Inps finiranno anche le assunzioni, trasformazioni e riqualificazioni di rapporti di lavoro in periodi immediatamente precedenti le richieste di trattamenti delle varie forme di cassa integrazione.
L’attività di vigilanza si estenderà al numero dei lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali ed eventuali esternalizzazioni.
Nel mirino anche aziende/datori di lavoro che hanno collocato in smart working il personale e richiesto l’erogazione di ammortizzatori sociali.
Infine, si segnalano le aziende che non hanno comunicato all’INPS la ripresa, anche parziale, dell’attività lavorativa.
All’atto della redazione del verbale conclusivo, il personale ispettivo avrà cura di valorizzare il flag di “beneficiario prestazioni previdenziali” in relazione ai lavoratori irregolari.
Gli Ispettorati interregionali assicureranno il monitoraggio delle verifiche in questione e del numero dei beneficiari di prestazioni previdenziali e assistenziali coinvolti dalle irregolarità rilevate.
Cassa integrazione: chi è in pericolo e quali rischi si corrono
I controlli dell’Inps saranno a tappeto con l’obiettivo di vigilare e verificare il corretto utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Governo sotto forma di ammortizzatori sociali.
A rischio dunque le aziende e i lavoratori che hanno percepito indebitamente la cassa integrazione e che continuano a farlo, commettendo di fatto una truffa ai danni dell’Inps e di conseguenza dello Stato.
Oltre a dover restituire all’ente previdenziale le somme percepite a titolo di integrazione salariale, si correrà il rischio anche di andare in contro a conseguenze ben più gravi.
Nel caso ad esempio della truffa aggravata nei confronti dello Stato, per contributi già percepiti, di fatto viene compiuto un reato che prevede la reclusione fino a sei anni.