Il Cisto rosso, Cistus incanus, è un piccolo arbusto spontaneo appartenente alla famiglia delle Cistaceae, conosciuto fin dai tempi di Teofrasto, il botanico greco discepolo di Aristotele.
Ha portamento eretto e sviluppo dai 30 cm fino al metro di altezza, cespuglioso, fittamente ramificato, con aspetto tomentoso per la presenza di una fitta peluria glandolare, rami giovani fittamente lanosi, da cui il nome villoso (peloso).
Il Cisto rosso è un arbusto legnoso, sempreverde per mezzo di gemme perennanti poste a varia altezza dal suolo, con foglie opposte dalla superficie rugosa di colore verde Salvia (cui somigliano), ovali con margine ondulato e brevi piccioli, cosparse di peluria biancastra, grigiastre nella pagina inferiore.
Fiorisce da marzo a giugno, con fiori solitari o a gruppi di 2-3, grandi e vistosi ma effimeri, dalla corolla di colore rosa intenso, dai petali tondeggianti, increspati e papiracei, profumati con odore dolciastro, con al centro numerosi stami gialli alquanto visibili che producono abbondante polline per attirare gli insetti prònubi.
Il Cisto rosso è considerato entità indigena tipica del Mediterraneo Orientale, diffusa dagli 800 fino a 1000 metri di altitudine nella penisola italiana (eccetto le regioni più a nord), in particolare nelle isole Sardegna e Sicilia, e in Grecia, Dalmazia, Asia minore, Palestina, ma è assente in Francia e nella penisola Iberica.
Le condizioni climatiche ambientali stressanti, di natura fisica o chimica, cui è soggetto il Cisto rosso, specialmente nei periodi estivi quando l’elevato irraggiamento lo sottopone ad alte temperature associate a prolungate carenze idriche e forte siccità, inducono nelle piante notevoli stress foto-ossidativi, che causano la produzione in eccesso di radicali liberi, da cui le piante stesse si difendono con la produzione di enzimi antiossidanti, principalmente SOD (SuperOssidoDimutasi), e diversi altri metaboliti secondari quali i polifenoli, che proteggono le piante dallo stress ossidativo e sono in grado di neutralizzare i radicali liberi e l’invecchiamento delle sue cellule.
I polifenoli, composti antiossidanti vegetali che difendono le piante del cisto rosso, esercitano effetti fitoterapici positivi anche sull’uomo, per cui la particolare disponibilità di tali composti bioattivi nel Cisto può supportare le naturali difese dell’organismo umano, favorire la funzionalità delle vie respiratorie, e perciò rappresentare una fonte di molecole bioattive per lo sviluppo di nuovi estratti fitoterapici che agiscano come difesa per la salute, specialmente per l’attività antimicrobica individuata da studi recenti, che si è rivelata utile in particolare anche nei confronti delle infezioni epidermiche, indotte da lieviti come la Candida o batteriche
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