Il leit motiv è “ve l’avevamo detto”. Fino a un paio di giorni fa, quando il Bitcoin cavalcava un’escalation irrefrenabile, perfino il barbiere ne parlava, sperticandosi in analisi e previsioni fino al 2026. Il mainstream dell’informazione portava a considerare tutto ciò una incredibile bolla, che alla fine consegnerà in mano agli investitori una manciata di cenere. Incredibile, secondo la nostra opinione e quella dei veri esperti in criptovalute, è l’approssimazione con cui viene trattato questo argomento anche dalle testate più blasonate che si occupano di finanza. Dopo il crollo di ieri, ora tutti a ridere: “siete stati dei polli !” – E come no… siamo dei polli fin dal 2016, quando l’oro digitale valeva si e no 300 euro. Fate i conti e vedete, quanto sia salito il valore nel corso di questi ultimi 4 anni. Le bolle, o per meglio dire gli “spike”, i picchi di valore, sono dettati dall’euforia, questa maledetta, alimentata proprio dalle chiacchiere da osteria dei media. Investire non è per tutti, ma non solo criptovalute, pure titoli azionari e dulcis in fundo titoli di stato. Tutto può teoricamente andare a zero. Ma la campagna mediatica che vuole affossare il Bitcoin è dettata da un mix di incomprensione, invidia, poco coraggio e mancata scaltrezza. Tutti a parlare male del BTC dopo una salutare e fisiologica correzione, ma nessuno ricorda più quanto sia salita nelle ultime settimane: percentuali da capogiro. Chi vivrà, vedrà, e di certo ne vedremo delle belle.
2021-01-12