Coronavirus: con il nuovo decreto multe fino a 3000 euro e reclusione fino a 5 anni, ma le accuse penali cadono a favore di una multa immediata con effetto retroattivo.
Per chi non rispetta i divieti di circolazione e trasgredisce alle disposizioni del nuovo decreto di legge si prospettano sanzioni più severe: la ammenda, con effetto retroattivo, diventa una semplice multa ma più salata, scompare il sequestro dell’auto e cadono le accuse penali ma aumentano gli anni di reclusione.
Il Consiglio dei Ministri e il capo del Governo giallo-rosso, Giuseppe Conte, hanno approvato e firmato un nuovo decreto di legge in materia di Coronavirus. Tale decreto, l’ennesimo in questo mese di marzo, è volto a inasprire le pene nei confronti di chi non rispetta le misure di contenimento per limitare la diffusione del contagio da Coronavirus. Con il nuovo decreto per chi non rispetterà i divieti di circolazione e trasgredirà le disposizioni del nuovo decreto di legge vi saranno sicuramente multe più severe e sanzioni più dure. Nello specifico la ammenda, con effetto retroattivo, diventa una semplice multa ma più salata con sanzioni da 400 a 3000 euro per chi non rispetta i divieti di circolazione ed esce di casa senza uno dei comprovati motivi segnalati dall’autocertificazione. Nello stesso tempo però scompare il sequestro dell’auto o un suo fermo amministrativo e cadono tutte le accuse penali ma aumentano gli anni di reclusione da 1 a 5 anni per chi viola l’obbligo di restare.
Il nuovo decreto fa poi chiarezza su quali siano i poteri delle Regioni e di cosa si possano occupare autonomamente, dando agli stessi Presidenti di Regione molti più poteri per poter emettere in totale autonomia ordinanze più restrittive per la salvaguardia della salute dei propri cittadini. Ordinanze però che dovranno comunque passare per le mani del Presidente del Consiglio dei Ministri che entro sette giorni dovrà convalidarle o meno. I Sindaci a loro volta potranno fare lo stesso sul proprio territorio di competenza con l’approvazione della Regione. Infine Giuseppe Conte nel suo discorso alla Nazione ha chiarito come il 31 luglio sia la data di fine dello Stato di Emergenza Nazionale che, come consueto, ha una durata di sei mesi. Tale data però non rappresenta ne la fine dell’epidemia o della problematica ne tanto meno la conclusione delle restrizioni attualmente imposte. Naturalmente si punta a tornare quanto prima alla normalità e a una eliminazione graduale delle restrizioni e delle normative varate nell’ultimo mese. Tutto però dipende da come evolverà la situazione e da come ognuno di noi risponderà alla chiamata di stare il più possibile a casa.