Secondo la Procura di Parma, alle sanzioni penali per chi non rispetta i divieti anti-coronavirus, si può aggiungere il sequestro del veicolo. La giurisprudenza della Cassazione sembra confermarlo
Si può arrivare anche al sequestro dell’auto, per chi viene trovato in giro senza avere un valido motivo. È il deterrente suggerito dalla Procura di Parma in una circolare alle forze dell’ordine sull’emergenza coronavirus. Il sequestro sarebbe una misura aggiuntiva rispetto alla denuncia penale per inosservanza a ordini delle autorità. I pm di Parma paiono invece meno severi di quelli di Genova sui limiti alla spesa: non scrivono che si può fare solo nel quartiere.
La circolare
Le indicazioni sono contenute nella direttiva 5/2020 firmata il 16 marzo dal procuratore capo di Parma, Alfonso D’Avino. È prassi usuale che le Procure diano disposizioni alle forze dell’ordine del proprio territorio, quando entrano in vigore nuove norme, specie quando sono di grande impatto come proprio quelle sul coronavirus.
Sono disposizioni che interpretano aspetti ritenuti poco chiari e/o indicano come organizzare il lavoro. Danno quindi un’idea di come si comporta una Procura di fronte a certe questioni. Ma la loro circolazione tra gli addetti ai lavori fa sì che possano fungere da orientamento anche in tutta Italia.
La direttiva di Parma è molto articolata: analizza in 15 pagine i vari aspetti dei Dpcm sulle limitazioni alle aperture di attività e alla mobilità personale.
Il sequestro
Uno dei punti più interessanti è quello che dispone il sequestro preventivo del veicolo per chi viene trovato in strada fuori dal suo Comune senza «comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute».
Per arrivare a questo, si riassume la giurisprudenza della Cassazione sul fondamento del sequestro preventivo (che serve per evitare che il reato si ripeta): la cosa da sequestrare deve essere pertinenziale al reato, cioè deve essere uno strumento essenziale per commetterlo. E, secondo la Procura di Parma, un veicolo a motore è essenziale per andare fuori dalla propria città.
Ma poi, per non gravare sulle casse dello Stato, la Procura dispone che il veicolo sequestrato venga affidato non a una depositeria ma in custodia allo stesso conducente. Che ovviamente non potrà più usarlo: se a un controllo a casa dell’interessato il mezzo non venisse trovato, scatterebbe una denuncia per sottrazione di cose sottoposte a sequestro (reclusione da sei mesi a tre anni e multa da 51 a 516 euro, che diventano reclusione da tre mesi a due anni e multa da 30 a 309 euro se il reato è commesso dal proprietario).
La possibile alternativa
Il sequestro preventivo deve comunque essere vagliato dal gip, che potrebbe anche non convalidarlo. Sotto questo aspetto, potrebbe essere più incisivo un sequestro probatorio, cioè con lo scopo di conservare la prova del reato.
In questo caso, non si passerebbe dal gip. E sarebbe direttamente il pm a disporre la restituzione del veicolo alla fine dell’emergenza.