L’emergenza pandemia da coronavirus ha portato alla luce le criticità della nostra società, in maniera ancora più marcata e visibile. La forbice delle disparità in questo periodo si allarga a dismisura, mentre gli aiuti dall’Europa e dallo stato faticano ad arrivare. Categorie che erano considerate normali ora sono privilegiate, come i lavoratori statali, dell’informazione, del settore alimentare, farmaceutico e bancario che continuano a percepire regolarmente lo stipendio, mentre i restanti sono in balia della totale incertezza. Per non parlare dei precari, delle microimprese, dei freelance e di chi in questo momento si trova disgraziatamente a cercare un improbabile impiego. Cittadini di serie A e di serie B ci sono sempre stati, beninteso, ma ora ci si accorge che esiste pure la serie C e D: un popolo sommerso, di naufraghi alla deriva, di cui a pochi importa qualcosa figuriamoci alla classe politica. Eppure questo popolo di combattenti per la pagnotta rappresentano oggi la vera “resilienza”. E un giorno, se sopravviveranno, potranno considerarsi a tutti gli effetti i veri eroi.