Turisti inglesi che scappano dalla Francia e da Malta, austriaci e italiani che scappano dalla Croazia e dalla Spagna, svizzeri che scappano dalla Grecia e dalla Turchia. Insomma un fuggi-fuggi generale dopo la recrudescenza dei contagi in alcuni paesi europei.
A causa di un aumento significativo del numero di nuovi contagi in sole 48 ore, la Croazia, che solitamente offre un piacevole rifugio alle folle di turisti durante la stagione estiva, si è trovata in balia di diversi paesi, in primis l’Italia, con l’introduzione dei test obbligatori. Ieri la Slovenia – in via non ufficiale – ha annunciato l’inasprimento del regime di ingresso nel Paese, non si sa ancora in quale forma, e l’Austria ha invitato i suoi cittadini a rientrare con urgenza dalla Croazia.
Già un giorno dopo l’introduzione di giovedì dei test obbligatori al ritorno in Italia dalla Croazia, Malta, Grecia o Spagna, gli agenti di polizia hanno rilevato un aumento del traffico in direzione dell’Italia ai valichi di frontiera italo-sloveni, ha confermato il capo della polizia di frontiera di Trieste Giuseppe Colasanto.
Alla domanda di come coopera la polizia di frontiera nel “seguire” le persone che rientrano in Italia dalla Croazia, ha spiegato che durante l’ispezione dei veicoli in entrata nel paese, hanno appreso da molti passeggeri che si erano già assicurati un appuntamento per i test obbligatori per il coronavirus. “Mi sembra che i cittadini italiani siano disciplinati in questo senso”, ha commentato. Durante i controlli di frontiera raccolgono anche i certificati (i moduli sono disponibili a questo link -PDF ), con cui i passeggeri dicono ufficialmente da dove provengono. Se questi sono paesi in cui i test sono obbligatori all’arrivo, gli agenti di polizia forniscono le informazioni sull’arrivo alle aziende sanitarie locali.